Oggi vi portiamo nell’entroterra siciliano e precisamente a Poggioreale antica il paese fantasma sospeso nel tempo. Qui un intricato insieme di colline e vallate si susseguono senza soluzione di continuità e la natura forma un magico puzzle insieme all’uomo che da sempre lavora e trasforma la terra.
Immersi nei pensieri ed estasiati dai paesaggi, siamo giunti ad un incrocio con un cartello che ci indicava “ Poggioreale”. Svoltando a destra e percorrendo poche centinaia di metri ci troviamo la strada sbarrata da un cancello che preclude l’ingresso al paese. Siamo giunti a Poggioreale antica. Un cartello legato alle sbarre del cancello recita: “divieto di transito”, ma da lì a poco nel silenzio più assoluto odiamo delle voci provenire da dietro il cancello. Con stupore scopriamo una coppia di turisti tedeschi che fotografano uno dei luoghi simbolo della Sicilia: Poggioreale antica, il paese fantasma sospeso nel tempo. E qui il tempo si è fermato alle ore 03:01 del mattino del 15 Gennaio del 1968.
Il terremoto del Belice Poggioreale antica il paese fantasma
Provocò oltre 200 vittime, circa 1000 feriti e 90.000 sfollati tra Montevago, Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e frazioni annesse. L’evento ebbe inizio nel pomeriggio del 14 gennaio, ma la sequenza di scosse più devastanti avvennero alle ore 03:01. Tanta gente memore delle scosse delle ore precedenti, preferì passare la notte all’addiaccio, in auto e fù di certo una saggia decisione. Il sisma di magnitudo 6,5, corrispondente al X° della scala mercalli fu considerato uno dei sismi a più elevata magnitudo del XX° secolo in Italia.
A distanza di tempo alcune località furono ricostruite, altre rase al suolo, altre abbandonate e fu quest’ultimo destino che toccò a Poggioreale. Malgrado fu notevolmente danneggiato,molte abitazioni private, strutture pubbliche e di culto rimangono tutt’oggi in piedi, la chiesa Madre, la scuola, una piccola parte del teatro solo per citarne alcune.
La gente del luogo non volle più ricostruire, credendo risultasse antieconomico ristrutturare nello stesso sito. Il paese venne ricostruito più a valle, ma i cittadini non ne rimasero entusiasti anche per le scelte architettoniche usate per la ricostruzione che non replicavano lo stile tipico dei luoghi. A questo triste evento seguirono migrazioni di massa di interi nuclei familiari che persero tutto in poche ore. Iniziò così un lento e graduale spopolamento. Tanti, infatti, furono a emigrare al nord Italia ed anche all’estero, in cerca di lavoro ed una vita migliore.
Il tempo si può fermare
È senz’altro questa la sensazione che si prova quando si entra a Poggioreale. Il rispetto e la reverenza sono requisiti indispensabili per visitare questo luogo, quasi sacro, dove tanta gente vi trovò la fine. Si rivive, come un fermo immagine, quel lontano gennaio del ’68. Un attimo che congela per sempre anni o probabilmente anche secoli di storia, di ricordi, di affetti e momenti di vita vissuti tra le proprie mura di casa, bene primario e indispensabile per ogni individuo.
Osservare con i propri occhi, mobili, suppellettili, tavoli e sedie lasciati così come si trovavano una frazione di secondo prima di quel maledetto evento. Avvertiamo lo stravolgimento che hanno dovuto vivere gl’abitanti. Ci si immedesima e fa riflettere su quanto si è piccoli ed impotenti di fronte a madre natura.
La Storia di Poggioreale
Poggioreale fu fondato come centro agricolo secoli addietro (1642) da Francesco Morso (Marchese di Gibellina) dove nel 1643 ottenne il titolo di Principe di Poggioreale. L’origine del nome deriva dalla lingua latina (podus regalis) “Poggio del Re”. Si ritiene addirittura che si sia svolta nel 339 a.C. la storica battaglia di Timoleonte di Siracusa contro i Cartaginesi, la battaglia del Crimiso.
In conclusione, ma non meno importante, ricordiamo come Poggioreale antica, è stata scelta da vari registi italiani come set cinematografico dei film l’uomo delle stelle, nuovo cinema paradiso e Malèna, di Giuseppe Tornatore e anche alcune scene del film La piovra.
Guarda il video di Poggioreale antica qui sotto. Se vuoi approfondire l’argomento segnaliamo il libro in pdf “Belice Punto Zero, il libro fotografico di Ingv sul terremoto del 1968″
