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C’era una volta… il castello di Gresti o Pietratagliata, Aidone

castello li gresti

Giungendo in questo luogo magico, in provincia di Enna si scorge uno sperone roccioso molto particolare su cui si trova il castello di Gresti o Pietratagliata. castello di Gresti o Pietratagliata Aidone

L’impatto visivo, soprattutto per chi decide di arrivarci a piedi e non comodamente in auto, è veramente emozionante. Il castello sorge su una su una rupe perfettamente tagliata, a strapiombo, circondato da una vallata dai colori tipicamente siciliani.  Sebbene, il castello sia quasi completamente distrutto, la fantasia prende il sopravvento e ci s’interroga su chi viveva qui? Perché? Come?

Vorremmo avere queste risposte ma poco ci importa perché il luogo è sospeso nel tempo e nello spazio del “c’era una volta…”  e non esiste un castello senza le sue storie e anche il Castello di Pietratagliata ha la sua.

L’epigrafe che era posta in alto del castello, la posizione solitaria ne ha fatto oggetto di una truvatura. Il cavaliere che al galoppo fosse riuscito a leggere e interpretare l’epigrafe avrebbe trovato un importante tesoro. La lapide oggi non esiste più, forse è stata trascinata durante il crollo del prospetto settentrionale ma viene riportata sui dei testi di storia locale.

Dalla fantasia alla storia del castello di Gresti o Pietratagliata

Il castello infatti risale al XIV secolo, probabilmente al periodo arabo-normanno e il suo nome Pietratagliata, proviene dalla enorme rupe quarzarenitica che taglia la valle, sotto la quale si trova la contrada Gresti da cui deriva anche il suo secondo nome. Un tempo vi era anche il fiume Gornalunga che scorreva abbondantemente tanto da essere navigabile. Oggi il fiume si è quasi prosciugato.

La posizione sebbene apparentemente isolata rispecchiava probabilmente una strategia ben precisa. Si pensa, infatti, che il castello fosse una sorta di avamposto al centro di un sistema di controllo di una vasta area che andava dalla costa orientale, Catania, Siracusa, Lentini, Naxos verso il centro della Sicilia. Il castello, probabilmente, era inserito in un sistema di strutture similari i quali avevano la funzione d’inviare delle segnalazioni ottiche, definite anticamente fani o fuochi, che consentivano di trasmettere rapidamente un segnale anche a grande distanza.

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